PRODUZIONI

"In 9 anni di attività abbiamo realizzato 10 spettacoli attraversando vari generi, riscritture di testi classici, testi inediti e di forte attualità, ponendo la nostra attenzione sulla condizione umana e su temi universali come la guerra, la religione, la diversità, mettendo in gioco il senso critico dell'individuo come pubblico attivo, partecipe e libero"

 




LA SIRENETTA - fiaba ecologista
DAL 14 AL 24 DICEMBRE 2023 - SALA STREHLER, TEATRO BIONDO PALERMO

LA SIRENETTA
fiaba ecologista

Ispirato all’omonima fiaba di Hans Christian Andersen, lo spettacolo ripropone la storia originaria dell’autore danese affrontando un tema di forte impatto sociale nel nostro presente: l’inquinamento ambientale.
La Sirenetta, conosciuta dai bambini e le bambine di tutto il mondo,
In questo adattamento di De Grandi/Ferrante è proposta in chiave moderna. Le musiche originali e l’uso di videoproiezioni restituiscono l’affascinante visione del mondo sottomarino, generatore di tutti i processi vitali ed elemento costitutivo del pianeta, proponendo soluzioni utili al rispetto dell’ambiente. Attraverso le appassionanti e divertenti avventure della Sirenetta e dei suoi simpatici amici, bambini e bambine sviluppano la consapevolezza necessaria alla tutela dell’ambiente che ci circonda. Riuscirà la nostra eroina a sconfiggere la Strega del mare, losca affarista che persegue cinicamente il profitto, e a mettere in salvo tutte le creature marine liberandole dalla plastica e dai rifiuti?

Durata dello spettacolo: 1 ora e 15 minuti
Adatto ai bambini dai 6 anni in sù.
 
  • La Sirenetta e il Principe
  • Tritone e Pallino
  • Marina, Pallino e Red
  • Il principe Red
  • Ulda, Red, Marina, Pallino e Tritone
Stagione 2023/24

SCONFINATI

-Note di regia-

Sconfinati è un esperimento teatrale interattivo e itinerante: gli attori accompagnano il pubblico in un vero e proprio viaggio, nel quale si intrecciano storie e testimonianze autentiche, raccolte durante le interviste realizzate ad hoc ai migranti sopravvissuti lungo le rotte del Mediterraneo. L’intento è quello di far vivere agli spettatori, nella maniera più realistica possibile, le sensazioni, gli stati d’animo e le paure di chi affronta l’ignoto in cerca di un futuro migliore. Chiunque può provare sulla propria pelle quei sentimenti di speranza, sfiducia e sgomento che si alternano nel cuore di uomini coraggiosi ed ignari e di donne sole, madri fragili e fortissime, in balia di un mare amniotico, che può dare la vita o può toglierla. Il pubblico viene condotto da attori-scafisti e attori-migranti attraverso gli spazi del teatro, nella simulazione del dramma delle carceri libiche e poi "invitato" a salire sul palcoscenico-imbarcazione, dove sperimenta la traversata in mare con l’ausilio di videoproiezioni e soundscapes. La rappresentazione si conclude con due possibili finali, stabiliti di volta in volta dalla compagnia: uno “favorevole” e un altro “avverso”. Ogni sera lo spettatore non saprà mai cosa aspettarsi, proprio come il clandestino che intraprende il cammino e non conosce il suo destino. Sconfinati, già dal titolo, si configura come un'esperienza che scardina le rigide regole teatrali, non solo “abbattendo” la quarta parete ma trasformando l'imponenza dei luoghi deputati al Teatro in spazio vivo e vibrante, in cui lo spettatore si muove da protagonista e si aggira spaesato ma attivo.

Durata dello spettacolo: 1 ora e 15 minuti

  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Il Mercato Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Il Mercato Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Il Mercato Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Il Mercato Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Le prigioni libiche Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Le prigioni libiche Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Le prigioni libiche Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    La barca Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    La barca Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    La barca Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    La barca Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    La barca Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
  • Ph. Maria Luisa Ferraro
    Ph. Maria Luisa Ferraro
Stagione 2020/21/22

STORIA DI UNA CAPINERA
-Note di regia-

Quando Giovanni Verga vide una piccola capinera, rinchiusa in gabbia, lasciarsi morire per aver perduto la sua libertà, trasse ispirazione per raccontare la propria “storia della capinera”. Maria, giovane novizia, come un uccellino ferito si vede privata della sua vita e della sua libertà, quando, allontanatasi momentaneamente dal convento a causa di un'epidemia di colera, assapora l'amore verso l'amico di famiglia Nino e per questo motivo viene costretta dalla sua matrigna a tornare tra le sue consorelle e a prendere i voti. Morirà pazza nei sotterranei del convento, dopo il tocco freddo di quelle forbici che le recisero i capelli, con quell'amore in corpo per il suo Nino, che avrà già sposato la di lei sorella Giuditta, sempre per volere dell'algida matrigna. E' un romanzo che si snoda nelle lettere che Maria indirizza all'amica fidata Marianna, dove racconta la scoperta di questi nuovi sentimenti per Nino e tutto il suo dolore per aver dovuto rinunciare alla vita. E' anche una sentita denuncia alla condizione delle donne nella società siciliana dell'800, dove dignità e libertà venivano regolarmente calpestate in un contesto familiare che imponeva loro ogni scelta di vita. Quanto mai attuale nel raccontare l'avvento di un'epidemia e il conseguente stravolgimento della vita dell'epoca, che ha creato così come crea ai giorni nostri, un forte impatto sulle coscienze, a volte risvegliandole, spesso intorpidendole. Dall’omonimo romanzo epistolare di Giovanni Verga e con la riduzione teatrale curata da Rosario Minardi, Banned Theatre presenta STORIA DI UNA CAPINERA, un recital/mise en espace stilizzato ed onirico ma al tempo stesso intenso e coinvolgente. Una messinscena particolare, realizzata senza l'ausilio di musiche di scena ma sonorizzata attraverso l'uso di oggetti e delle semplici voci degli interpreti che costituiranno il tappeto sonoro dello spettacolo, sempre presente a sottolineare la temperatura degli avvenimenti. Cinque attori animeranno i momenti salienti del romanzo e attraverso la storia delicata e struggente di Maria, la giovane protagonista, condurranno il pubblico nell’atmosfera siciliana del 1800. Un progetto di grande valenza culturale che si propone come un vero invito alla scoperta di uno dei più famosi romanzieri siciliani attraverso la forma teatrale, facilmente fruibile da un pubblico di tutte le età.

Durata dello spettacolo: 1 ora e 15 minuti

Foto di Francesco Fiorello

Stagione 2019/20

PROMETEO-Tragicommedia
-Note di regia-

Quando Prometeo (un nomen omen, letteralmente “colui che pensa prima”) rubò il fuoco a Zeus per donarlo agli uomini, fu vittima dello stesso tiranno che lo incatenò ad una rupe e poi lo fece sprofondare nel Tartaro. E' così che Prometeo diventa, nell'immaginario collettivo, l'avversario per antonomasia e al tempo stesso la vittima dello strapotere di Zeus alla cui legge si ribella, simbolo della lotta per il progresso e per la libertà. Eroe solitario, poeta incompreso, libero artista, portatore di civiltà e di conoscenza, che non si rassegna a rimanere servo del potere ma che sopporta la sua sorte con pazienza, poiché sache i tiranni di oggi sono inevitabilmente destinati a cadere domani. In questa singolare versione del mito abbiamo inserito un sottotitolo: tragicommedia. Perché vogliamo ridere dei nostri idoli e dei nostri carnefici che ad una mente illuminata appaiono come abili cabarettisti e al tempo stesso commedianti da quattro soldi. “La commedia è quando un illusionista diverte il popolo, la tragedia quando diventa il suo capo.” Grazie all'espediente del riso la tragedia si tinge di colori diversi, meno cupi, più surreali e vicini ai nostri tempi chiassosi dove ogni fatto, anche quello più turpe e indegno, diventa spettacolo. Resta un solo dubbio: il dio immortale Prometeo, perennemente divorato dalla sua aquila/coscienza, indosserà anch'egli giacca e cravatta per unirsi al banchetto dei potenti? Oppure sarà il poeta Prometeo, che attraverso il suo sacrificio, rimanendo in catene, si consacrerà immortale? Troppo labile è il confine tra onestà e tradimento... siamo pronti a tutto!

Durata dello spettacolo: 1 ora e 20 minuti

Foto di Salvatore Galvano

Stagione 2017/18

Studio per CARNE DA MACELLO
-Note di regia-

Di plastica

Donne di plastica o avvolte nella plastica. Donne inguainate, bendate, coperte per non essere guardate. Bambole intontite, merci da scaffale, scoperte per essere ammirate. E poi prese, usate, avvolte nel sacco della spazzatura e gettate. Si fa ciò che si vuole di una donna, di una femmina. Giornali e televisioni mercificano il suo corpo, lo sentiamo dappertutto, è suggerito in ogni immagine, in ogni parola. Qualcosa non va ma inaspettatamente ci stiamo e siamo tutti vittime e tutti carnefici. L’uomo che ama e fa e disfa, la donna che ama e lascia fare. Ma l’amore no, non è possesso, non prevede gerarchie! Quello è il retaggio di una cultura maschilista che all’apparenza non è più ma che nella sostanza ci pervade.

Il viaggio

Ciò a cui lo spettatore, suo malgrado, assiste ogni giorno attraverso il martellante tamtam mediatico, gli verrà spiegato nel profondo. Adesso, in questo luogo, chi vorrà vedere dovrà armarsi di coraggio e guardare oltre quel muro trasparente che lo separa dall’orrore! Uno squarcio nell’inferno della nostra realtà “surreale”. E siamo proprio noi le vittime di una società che ci aggredisce brutalmente con immagini e dettagli orrorifici e che rivende il dolore altrui patinandolo brutalmente e rendendolo quasi seducente. E’ il viaggio nel teatro scomodo, quello dell’animo umano, e nell’orrore della moderna coscienza sociale.
Il femminicidio a teatro: perché cultura e conoscenza portano civiltà e grazie ad esse, forse, riusciremo un giorno a sconfiggere i nostri demoni.

Durata dello spettacolo: 1 ora

Foto di Dino Stornello

Spettacolo premiato durante la manifestazione "Canalicchio sotto le stelle” per l'importante valenza sociale ed educativa nel raccontare con emozione la cruda realtà del femminicidio e della violenza di genere. 

ARISTOFANE - TRILOGIA

Stagione 2018/19

LA FESTA DELLE DONNE
-Note di regia-

LA FESTA DELLE DONNE è uno dei testi più comici che Aristofane ci ha lasciato ed in questa nuova edizione di Banned Theatre coniuga ad un tourbillon di gag e di situazioni esilaranti, l'importante tema della considerazione della donna nella società di ieri come di oggi. Le nostre eroine aristofanee, durante la festa delle Tesmoforie, cercheranno di farsi giustizia, condannando a morte Euripide, nemico, con le sue opere, del loro buon nome. Euripide proverà a salvare la pelle con l'aiuto del parente Mnesiloco ma a causa dell'inettitudine di quest'ultimo e per colpa dei cattivi costumi di entrambi i sessi, ne accadranno delle belle. Se alla fine Euripide riuscirà nel suo intento non ve lo sveliamo ma di sicuro quest'ennesimo scontro tra uomini e donne avrà risvolti assai comici e surreali. “Troppu vistuta, troppu pilusa, si troppu laria, megghiu si chiusa, si troppu nuda, troppu eleganti, vattinni a li casi, a priari li santi”. Se ne dicono tante della donna e quasi mai la si giustifica o le si perdonano i peccati, come se portasse addosso la colpa atavica di quel piccolo morso alla mela. Una storia universale dunque, che potrebbe accadere in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo e che in questa versione ha i colori del Mediterraneo, di quei popoli che lo abitano, di quelle culture così diverse ma quanto mai simili. Tra le novità, un piccolo omaggio al grande Edoardo Sanguineti, che con la sua “Ballata delle donne” regala alla parabasi un momento di alta poesia.

Durata dello spettacolo: 1 ora e 30 minuti

Foto di Silvio Ottaviano e Francesco Fiorello

La locandina è liberamente ispirata all'opera "Alternative" del Maestro Manuel López Oliva, famoso artista cubano, che anche nel titolo, ricorda la natura “alternativa” del nostro gruppo.

Stagione 2017/18

LE NUVOLE
-Note di regia-

Il mondo è un enorme immondezzaio. Prima che scoppi una guerra gli esseri umani, smarriti, vanno alla ricerca della loro identità. Ed ecco che si leva una voce in loro aiuto: il barbone Socrate che, servendosi di mezzi informatici, parla alle masse, ma in realtà le imbroglia e le “imbriglia”. E' quel genere di comunicazione corrotta che lava via i pensieri e la capacità di discernimento, rendendoci tutti uguali, omologati, schiavi di cliché. La trama: un contadino arricchito, di nome Strepsiade, si rivolge a Socrate per imparare a fregare il prossimo ed estinguere i suoi debiti. Dopo aver tentato invano di frequentare la scuola di Socrate, Strepsiade, stremato dalla sua stessa ignoranza, convince il figliolo Fidippide ad imparare l’arte del raggiro presso il pensatoio di Socrate. Alla fine della storia, la morale è sempre quella: vai per fare del male e del male ti sarà fatto. Fidippide, infatti, istruito dai due adepti del barbone, il discorso giusto e il discorso ingiusto, che gli insegneranno le tecniche oratorie per frodare, avrà la meglio sul padre piegandolo alle sue voglie con esilaranti e sorprendenti risvolti. Le dee Nuvole che Socrate presenta al bifolco Strepsiade come uniche sovrane, sembrerebbero proprio le eteree ed inconsistenti parole del moderno popolo del web. False verità che ci propinano, sfuggente chiacchiericcio telematico tra massaie. E chi ci crede è uno Strepsiade!

Durata dello spettacolo: 1 ora e 35 minuti

Foto di Silvio Ottaviano

Stagione 2016/17/19

LYSISTRATA
-Note di regia-

Il sesso fa muovere il mondo! Lysistrata lo sa, ne è convinta e mette in atto uno stratagemma creativo e surreale: tutte le donne greche dovranno astenersi dall’avere rapporti sessuali con i mariti finché la guerra del Peloponneso non sarà cessata. Ma nel tentativo di rovesciare le regole della società maschilista del tempo, Lysistrata è in fondo costretta a confermarle e a conti fatti sembra proprio che il potere decisionale delle donne rimanga legato esclusivamente al sesso. Purtroppo con il suo eroico sciopero otterrà soltanto un’uguaglianza ed una pace provvisorie. Banned Theatre propone un divertente adattamento della famosa commedia di Aristofane ed affronta con spirito il tema della parità fra i sessi, attribuendo ad entrambi pregi e difetti in egual misura, benché gli antichi greci, affetti da incurabile ginecofobia, attuassero tutti gli stratagemmi per diffamare le donne e tenerle lontane dalla vita pubblica del paese. Ma come poter pensare che gli uomini, quelli seduti ai posti di potere o impegnati negli affari bellici, siano infallibili nelle loro scelte o comunque migliori delle donne? La storia ci insegna che siamo “pieni di errori” e non ne facciamo una questione di genere. Ma di sicuro trascuriamo un punto importante: le donne sono naturalmente e semplicemente MADRI. 

“In realtà la guerra è più un affare da donne, perché esse ne sopportano il peso due volte: partoriscono i figli con dolore, li allevano con tanto amore e poi li vedono andare via a fare i soldati!”.

Le madri portano la vita dentro e ne comprendono appieno il valore. STOP THE WAR! E’ il grido delle donne e madri di Atene che, nella moderna rielaborazione della paràbasi, evocano una visione profetica dei giorni nostri, travolti da guerre e conflitti di varia natura: religione, denaro, potere. Sono quelle stesse guerre che strappano i figli alle madri. STOP THE WAR! “Polemos è padre di tutte le cose” diceva Eraclito. Se non ci fosse guerra tra i contrari non ci sarebbe vita. Se la negazione dell’atto sessuale potesse risolvere un conflitto, a cosa potrebbe portare il rifiuto alla procreazione? Segnerebbe la fine dell’umanità. La madre è dunque sacra. Nell’atmosfera giocosa della Lysistrata si toccheranno temi importanti, ma si evidenzierà soprattutto l’aspetto comico del testo di Aristofane, offrendo uno spettacolo al contempo divertente e riflessivo. Attraverso l’uso delle maschere e coadiuvati dalle efficaci musiche originali, i sei attori in scena esploreranno il caleidoscopio dei tipi umani con esilaranti capovolgimenti dei generi maschile e femminile.

Durata dello spettacolo: 1 ora e 30 minuti

Foto di Silvio Ottaviano e Luca Mauceri

  • La festa delle donne
  • La festa delle donne
  • La festa delle donne
  • La festa delle donne
  • La festa delle donne
  • La festa delle donne
  • La festa delle donne
  • La festa delle donne
  • Le Nuvole
  • Le Nuvole
  • Le Nuvole
  • Le Nuvole
  • Le Nuvole
  • Le Nuvole
  • Le Nuvole
  • Lysistrata
  • Lysistrata
  • Lysistrata
  • Lysistrata
  • Lysistrata
Stagione 2014/15

DOSTOEVSKIJ CARNAVAL
-note di regia-

Il testo si ispira a “Dostoevskij Trip” di Vladimir Sorokin, uno dei massimi autori contemporanei russi, censurato da Putin, che ha autorizzato l'adattamento di Banned Theatre, ispirato dagli accadimenti nell’Est europeo. Sette anonimi drogati in crisi di astinenza si chiudono in un luogo segreto per soddisfare la loro violenta fame di identità, volendo essere, "pretendendo di essere senza essere nessuno," incapaci di accettare il vuoto, Hanno perso tutto, soprattutto la cosa più importante: la loro identità. La società ed il potere economico gliel’hanno tolta. Fuori non si può uscire: c’è la guerra, ma ci si abitua anche a questo. Quale “droga” più idonea e modo più vivifico per rubare un’identità se non la letteratura? Così gli otto anonimi “si fanno” degli autori più grandi di tutti i tempi, Beckett, Tolstoj, Genet, Joyce… finché un pusher molto atteso porta loro una droga pericolosissima, capace di farli piombare in una bolgia infernale: l’Idiota” di Dostoevskij. Divengono i protagonisti del romanzo colti nel momento in cui Nastassja Filippovna determina le sorti di tutti. Come in ogni trip, c’è una fase acuta: i personaggi, assetati del dio denaro, degenerano quindi, come idoli di sé stessi, in un vertiginoso carnevale di onnipotenza, destinati a superare ogni limite e a collassare tragicomicamente per riscoprire la loro miserabile verità. Anche quando “sé stessi” vuol dire “Nulla”. Denunciano così il motivo per cui si son rinchiusi li dentro, ingabbiandosi nel loro rifugio ed evitando così la morte certa per strada. Nel luogo segreto del mascheramento, pieno di tutto ciò che serve per costruire il loro carnevale quotidiano, la tessitura drammaturgica si densifica poiché a differenza di altri autori già "sperimentati" come droga, la grandezza di Fedor Dostoevdkij è a dir poco incontrollabile e vicina ad una overdose, poiché altrettanto unica è la capacità del grande autore di scandagliare l'animo umano. E' uno spettacolo tragicomico, feroce e commovente.

Foto di Alessandro Aiello

Nomination per la "Miglior regia" al Roma Fringe Festival 2014.

SPETTACOLI PER RAGAZZI

Spettacolo per le scuole medie e superiori

SEGNI DI MANI FEMMINILI
-note di regia-

Lo spettacolo dipinge un ritratto della comunità ebraica che popolò la Sicilia a partire dal IV° secolo d.C. fino alla cacciata del 1492. Uno spaccato di vita, sconosciuto ai più, che appartiene alla nostra terra ma del quale restano pochissime tracce. Eppure gli ebrei, a cui erano affidati principalmente i mestieri legati al “vile” denaro, erano alla base dell’economia dell’isola e la loro cacciata ne segnò il repentino declino. Singolare e curiosamente moderna era la condizione delle donne. In una società di tipo patriarcale, esse affermavano comunque il loro diritto all’indipendenza e all’istruzione. Donne capaci di gestire interi patrimoni, di decidere delle loro nozze e di svolgere molte professioni, soprattutto quella medica. Donne che lasciarono un segno, silenziosamente avanti. Tra le tante storie femminili scopriamo allora quella di Virdimura, ebrea, licenziatasi dottoressa in medicina a Catania nel 1376, che dichiarò pubblicamente il suo intento di curare i più poveri e bisognosi. Virdimura sboccia come un piccolo fiore rivoluzionario nel cammino di sangue e fuoco del popolo ebraico. Angoscia e speranza si nutrono l’una dell’altra disegnando questa “silenziosa rivoluzione”. Attraverso il racconto della vita di Virdimura si affronta inoltre il tema attuale della diversità, condannando gli integralismi di tipo religioso e restituendo dignità agli esseri umani qualunque sia il loro credo.  

Siamo come parti diverse dello stesso corpo”. 

Perseguitati nei secoli perché “condannarono” Cristo, bruciati e depauperati delle loro ricchezze, in nome di un’intolleranza che, purtroppo, non si sarebbe fermata ed avrebbe ancora dovuto raggiungere il suo apice di disumanità nei campi di concentramento nazisti, gli ebrei sono l’esempio primigenio di come la diversità fomenti l’odio e sia motivo di paura. Lo spettacolo, interpretato dagli attori che si esprimono attraverso vari linguaggi teatrali (teatro classico, contemporaneo e di ricerca, commedia dell’arte, pantomima, danza, teatro delle ombre) si avvale anche del prezioso contributo audiovisivo realizzato ad hoc dal videomaker ed artista Alessandro Aiello e dell'efficace presenza in video dell'attrice Nellina Laganà.

Durata dello spettacolo: 1 ora

Vincitore del Premio "gradimento del pubblico" al Premio Nazionale di Teatro, Città di Leonforte 2016.

Spettacolo per le scuole primarie

TIVVU' NON MI PIACI PIU'!
-note di regia-

Quanta televisione, internet e quanta irrealtà vengono propinati ai bambini di oggi pur di farli star buoni davanti ad uno schermo, isolandoli e spegnendo la loro fantasia? “Tivvù non mi piaci più!” racconta la storia di Gigetto, un bambino a cui importa poco studiare e confrontarsi e che passa il suo tempo davanti agli schermi di casa, guardando programmi spesso poco adatti alla sua età. E se un giorno mettendo in ordine la soffitta, tra gli scatoloni, saltassero fuori tanti personaggi bizzarri? Lì Gigetto, accompagnato da Samantha Reality, personaggio bislacco ed ignorante, proiezione del suo immaginario mediatico scoprirà infatti il “mondo dei giocattoli”, così ricchi di storie interessanti, con cui tessere dei legami importanti, con cui mettere in gioco la fantasia fino a sminuire pian piano, i miti televisivi. Tra gare di grammatica con il coinvolgimento del pubblico, in compagnia dei colti topolini che animano la soffitta, tra musica, poesia e danza qualunque piccolo uomo si sveglierebbe dall'isolamento in cui i nuovi marchingegni elettronici ci relegano. Alimentare la creatività e la condivisione (col gioco, con la lettura, con l'arte) è la sfida che oggi in una società altamente social e mediatica, ci si pone per “recuperare” il senso della collettività e della comunicazione reale e non virtuale, la conoscenza e il rispetto del “passato” (incarnato qui dai vecchi giocattoli), quello scambio di idee ed emozioni che si crea solo attraverso il contatto con altri occhi, altre mani, altre anime.

Durata dello spettacolo: 1 ora e 15 minuti

  • Segni di mani femminili
  • Segni di mani femminili
  • Segni di mani femminili
  • Segni di mani femminili
  • Segni di mani femminili
  • Segni di mani femminili
  • Segni di mani femminili
  • Segni di mani femminili
  • Tivvù non mi piaci più!
  • Tivvù non mi piaci più!
  • Tivvù non mi piaci più!
  • Tivvù non mi piaci più!
  • Tivvù non mi piaci più!
  • Tivvù non mi piaci più!

PROGETTI SPECIALI

Evento in streaming - 2020

LA "VIE D'ARTISTE" RACCONTATA DA MIA NIPOTE        - note di regia-

Questo intenso recital/mise en espace nasce dalla necessità di raccontare il mio significativo seppur breve incontro su questa terra con uno zio illustre, lo scrittore catanese Ercole Patti, fratello del mio nonno materno. Solo cinque anni realmente insieme, ma tante storie, tanti aneddoti ascoltati da mamma, parenti, amici. La testimonianza di quanto straordinariamente ironico fosse quest’uomo che possedeva innata l’arte del descrivere, del raccontare con parole semplici e raffinate la vita catanese del dopoguerra con i suoi vezzi e vizi e la tanto decantata “dolce vita” romana. Lo spettacolo offre, oltre alla parte dedicata ai ricordi familiari, un excursus tra i brani più significativi dello scrittore attraverso la lettura e la drammatizzazione degli attori.